Il l caffelatte viene preparato usando caffè già pronto e latte caldo, nel tipico rapporto fatto di una parte di caffè, una di latte caldo non montato ed una parte superiore di schiuma di latte (di solito l'aggiungono le caffeterie). Il caffè di base viene di solito preparato con una macchina francese, il latte invece deve essere sempre riscaldato. Il caffelatte non è assimilabile ad una bevanda a base di latte il cui caffè viene unito a del latte freddo o aggiunto a prodotti solubili a base latte.
Cosa si intende per caffelatte? Il termine ha origini francesi (café au lait) ed indica semplicemente il caffè con il latte. Questa bevanda viene di solito preparata per metà con caffè e metà con il latte, diventando perfetta per essere sorseggiata lentamente.
La verità è che più alto è il numero, più scura è la tostatura. Questo significa che avrai un profilo aromatico più forte che di solito è più acido ed intenso. Il caffè con tostatura scura viene tostato oltre il secondo "crack" (il crack è quando il caffè genera uno scoppio udibile come quello dei pop-corn). Ciò consente di rilasciare più olii naturali che generano maggiore intensità ed un sapore più corposo. Le tostature più chiare, al contrario, di solito rilasciano sapori più secchi e fruttati.
I numeri di questa scala tendono a riflettere l'intensità del sapore piuttosto che il contenuto di caffeina, con i numeri più alti che identificano caffè più amari e scuri e quelli più bassi per caffè più chiari e fruttati.
Esiste una guida approssimativa se stai cercando di capire il significato dei numeri che costituiscono la scala di intensità del caffè. Ma tieni a mente che, marche diverse possono gestire le proprie scale in maniera differente.
Caffè dalla tostatura chiara: Generalmente questi caffè sono più chiari e dal sapore più agrumato, poichè i chicchi non sono tostati abbastanza a lungo per far fuoriuscire tutti gli olii naturali.
Caffè dalla tostatura media: Ben bilanciati e morbidi, sono quelli più popolari - i chicchi non presentano una superficie oliosa
Caffè dalla tostatura medio-chiara: Corposi e rotondi dalla leggera superficie oliosa. La miscela originale dell'iconico Nescafé(r) è un caffè perfettamente bilanciato e dalla tostatura medio-scura.
Caffè dalla tostatura scura: Ricco ed inteso. I chicchi sono molto lucidi per la presenza di olii e hanno un coloro scuro.
Caffè dalla tostatura molto scura: Sapore amarognolo e molto intenso. I chicchi di caffè sono molto lucidi e neri e appaiono quasi carbonizzati.
Ci sono alcuni fattori che possono influenzare il contenuto di caffeina del tuo caffè. Alcuni iniziano ancor prima che tu abbia la tua tazza tra le mani, ma è risaputo che anche il modo in cui viene preparato può avere un impatto.
1. I chicchi di caffè Uno dei fattori più importanti che impatta sul contenuto di caffeina è legato ai chicchi di caffè che sono utilizzati nella miscela. I chicchi di Arabica sono spesso più conosciuti per il loro sapore più vellutato ma quelli di Robusta contengono fino al doppio di cafferina. La maggior parte dei caffè solubili sono fatti da una combinazione dei due.
2. La dimensione del chicco E' interessante notare che, più piccolo è il chicco, maggiore caffeina conterrà la miscela. Infatti, il caffè finemente macinato vanta la massima estrazione e quindi, contiene più caffeina. Il caffè di solito viene macinato in uno dei seguenti modi:
Finissimo: polveroso e con consistenza leggera, come lo zucchero
Fino: morbido e compatto una volta unito, assomiglia al sale finemente macinato
Medio-fino: cosistenza granulosa, quasi come la sabbia
Medio: friabile, paragonabile al muschio
Medio-grossolano: come sabbia rocciosa
Grossolano: assimilabile a granelli di argilla
Ultra grossolano: assimilabile a del pepe in grani e simile a conchiglie rotte
3. Come prepari il tuo caffè Non solo la proporzione tra caffè ed acqua ha un impatto sul livello di caffeina, ma anche la temperatura con cui lo prepari. Infatti, più calda è l'acqua, maggiore è la caffeina che si estrae dal caffè. Inoltre, è risaputo che il caffè solubile contiene meno caffeina di quello preparato. Questo perchè dipende dai diversi metodi di preparazione, che lasciano i chicchi di caffè in contatto con l'acqua per molto tempo.
Quando si tratta di conoscere il caffè, capirne l'intensità e il sapore può rendere il tutto più gratificante.
Il corso della storia del caffè iniziò a cambiare. Qusta bevanda esotica suscitò clamore tra i viaggiatori europei che ne furono subito intrigati ed affascinati. Così, dal XVII secolo, il caffè trovò la sua strada in Europa e divenne sempre più popolare in tutto il continente.
La storia europea del caffè inizia in Italia, dove fu importato dall'impero Ottomano. In particolare, i mercanti Veneziani contribuirono alla diffusione del caffè in tutte le regioni d'Europa e nel 1645, venne aperta la prima caffetteria proprio a Venezia. Bere caffè divenne un lusso, soprattutto per le persone agiate.
Attraverso le compagnie olandesi e britanniche delle Indie Orientali, il caffè divenne molto popolare anche in Inghilterra. La prima caffetteria aprì ad Oxford nel 1651 e molte altre ne seguirono, in particolare a Londra. Le caffetterie erano principalmente per gli uomini, che potevano discutere di affari e novità, ma anche socializzare. Si narra che molte attività ed idee imprenditoriali nacquero nelle caffetterie londinesi.
Il caffè arrivò poi a Parigi, in Francia nel 1669 grazie a Suleyman Aga, ambasciatore alla corte di re Luigi XIV di Francia. Egli arrivò armato di borse di caffè descrivendolo come una "bevanda magica". Solo due anni dopo nel 1671, un armeno dal nome Pascal, aprì uno stand per bere il caffè alla fiera di St-Germain. I visitatori subito impararono a ricercare il "petit noir", termine ancora oggi utilizzato. Questo segnò l'inizio delle caffetterie parigine che, ovviamente, ispirarono l'apertura di altre in tutta la Francia.
Nel corso dei successivi 30 anni, il caffè divenne una prima necessità in Austria, in Germania, in Spagna e nel resto d'Europa. Tuttavia, la crescita del caffè in Europa fu anche una lotta a causa delle sue fredde temperature; per cui i commercianti europei avrebbero iniziato di lì a poco a coltivare il caffè ovunque.
Dal 1600, la maggior parte dei chicchi di caffè proveniva dallo Yemen. Questi chicchi di caffè erano sotto una rigida sorveglianza e chi aveva il potere faceva qualsiasi cosa affinchè potessero essere coltivati in zone fertili e non ovunque. Tuttavia, Baba Budan, un pellegrino musulmano, stava per cambiare la storia del caffè per sempre. Lasciò La Mecca per far ritorno in India nel 1600, con una manciata di chicchi di caffè di contrabbando. Con l'aiuto dei coloni inglesi, questi divennero i semi della prima industria commerciale di caffè al di fuori dell'Africa e dell'Arabia, che ancora oggi continua a produrre caffè.
Il caffè venne introdotto in Indonesia per la prima volta nel tardo 1600 dai commercianti olandesi, e durante il corso del secolo successivo trovò la sua strada anche in una dozzina di isole indonesiane, come Sulawesi, Sumatra, Java e Bali. Per un breve periodo, molte isole indonesiane furono annoverate tra i principali produttori di caffè.
Nel 1800, il caffè era coltivato anche in Thailandia, Vietnam, Cambogia e Laos dai coloni francesi. Gli olandesi infine furono in grado di coltivare il caffè nella tarda metà del XVII secolo e riscossero successo con i loro sforzi nell'isola di Java, oggi conosciuta come Indonesia. Le coltivazioni prosperarono e l'Olanda iniziò a giocare un ruolo fondamentale nel commercio del caffè.
Tutto è iniziato nel 1929, quando Luis Dapples, presidente del Consiglio d'Amministrazione di Nestlé, ricevette un incarico speciale da parte del Brasile. Per far fronte all'ingente surplus di caffè nel paese, fu chiesto a Nestlé di sviluppare un prodotto facile da preparare e che utilizzasse anche la quantità di chicchi di caffè in più che erano stati già raccolti.
L'idea iniziale era quella di realizzare una tavoletta cubica di caffè, che aveva bisogno solo di acqua calda per una preparazione istantanea. Tuttavia, dopo svariate ricerche, il sapore iconico del caffè non veniva mentenuto per cui la tavoletta cubica non poteva essere realizzata. Esclusa questa ipotesi, il chimico Max Morgenthaler ritornò al tavolo da disegno per proporre nuove idee.
Nel 1960 ci fu un altro importante punto di svolta nella storia di Nescafé, a partire dal boom economico del decennio che ha visto l'introduzione di processi manifatturieri più raffinati. Nel 1962 l'originaria latta usata come confezione per Nescafé fu abbandonata, optando per i più sofisticati barattoli in vetro che vediamo oggi. Anche la seconda metà degli anni 60 fu piena di novità, con l'arrivo in Europa nel 1965 di Nescafé Gold; un prodotto gustoso che piacque ad un numero ancora maggiore di consumatori. Poi nel 1966, la formulazione passò dalla polvere ai granuli, e nel 1967 venne introdotta per la prima volta l'iconica Red Mug.
Dall'inizio del secolo Nescafé è impegnato ad assicurare che il proprio caffè sia prodotto nel modo più sostenibile possibile. Il brand è attualmente in un viaggio verso il 2030, viaggio in cui si vuole raggiungere l'obiettivo a livello globale del caffè approvvigionato al 100% da fonti responsabili ed il 50% attraverso metodi di agricoltura rigenerativa.
Si pensa che il caffè nacque nell'800 A.C, dove fu scoperto da alcuni pastori di capre del 9 secolo. Si narra che questi videro le loro capre mangiare una pianta e subito dopo iniziarono a ballare. Stupiti da tutto ciò, anche i pastori fecero lo stesso e immediatamente si eccitarono anche loro.
Nonostante venga definito "chicco", il caffè è un frutto. I chicchi crescono su un arbusto e vengono trovati nel centro di una ciliegia, conosciuta come ciliegia di caffè.